La “Tenuta della Prea” è un insieme di uliveti sparsi sul territorio di Lucinasco (Imperia) a 500 metri sul livello del mare.
Il territorio di Lucinasco è situato nell'alta valle del torrente Impero e il suo borgo è ubicato a circa 500 m s.l.m. lungo un crinale che domina pure il versante orografico del torrente Maro. Sono circa 55 000 gli alberi di ulivo censiti nel territorio lucinaschese, un'area principalmente dedita alla coltivazione agricola, ai quali si aggiungono a quote più elevate zone boschive di lecci e castagni.
Tra le vette del territorio lucinaschese il monte dei Prati (737 m) e il monte Acquarone (735 m).
UN PO' DI STORIA
La prima testimonianza scritta e certificata del territorio di Lucinasco risale al 21 maggio 1154 quando, ottenuta l'investitura dal vescovo di Albenga Odoardo, i conti di Ventimiglia Raimondo e Filippo furono incaricati alla riscossione delle decime. A questo periodo storico risalirebbe pertanto la costruzione del locale castello da parte dei conti ventimigliesi che, legati al Comune di Genova dal 1250, dominarono questa parte del territorio lucinaschese, di Prelà e della valle del Maro in una signoria autonoma. Nel 1234 proprio a Lucinasco scoppiò una rivolta anti feudale contro i conti di Ventimiglia; l'intervento armato dei soldati genovesi riportò la calma nel territorio nell'autunno dello stesso anno e particolarmente sofferta per la popolazione lucinaschese fu il ritorno autoritario dei conti ventimigliesi che, con un atto del 20 dicembre 1234, inevitabilmente portò a pesanti ritorsioni, tra questi il pagamento delle ingenti spese belliche procurate dalla rivolta paesana.
Fu il conte Gaspare di Ventimiglia nel 1455 a vendere ad Onorato I Lascaris di Ventimiglia, conte di Tenda, i propri possedimenti terrieri; la gestione della signoria del Maro passò quindi al figlio Gian Antonio II Lascaris di Ventimiglia e, alla sua morte, all'unica figlia Anna (moglie di Renato di Savoia-Villars, conte di Sommariva) che nel 1536 per onorare un debito dovette cedere il feudo al banchiere Ansaldo Grimaldi; nel 1544 la famiglia Lascaris riuscì però a rientrarne in possesso.
I diritti su Tenda, su Prelà e sulla valle del Maro saranno poi ceduti nel 1575 dalla nipote di Anna, Renata, moglie del duca di Mayenne, al duca Emanuele Filiberto di Savoia che inserì questa parte del territorio ponentino nella sabauda provincia di Oneglia. Nel 1590 fu la moglie di Carlo Emanuele I di Savoia, la duchessa Caterina Michela d'Asburgo, a darne l'investitura del feudo del Maro al marchese di Ciriè Gio. Gerolamo Doria.
Con la soppressione dei feudi imperiali e la conseguente dominazione napoleonica il territorio di Lucinasco confluì tra il 1801 e il 1803 nella Repubblica Ligure andando a costituire il II cantone di Val di Maro nella Giurisdizione degli Ulivi.
Annesso al Primo Impero francese, dal 13 giugno 1805 al 1814 il territorio fu inserito nel Dipartimento di Montenotte sotto l'arrondissement di Porto Maurizio. Nuovamente inglobato nel Regno di Sardegna dal 1815, così come stabilito dal Congresso di Vienna del 1814, confluì nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1927 il territorio fu compreso nel I mandamento omonimo del circondario di Porto Maurizio facente parte della provincia di Porto Maurizio e, con la sua costituzione, della successiva provincia di Imperia.
Al 1923 risale la soppressione del comune di Lucinasco e il conseguente accorpamento nel territorio di Chiusavecchia come frazione; nel 1958, acquisì nuovamente una propria indipendenza comunale.
Dal 1973 al 31 dicembre 2008 ha fatto parte della Comunità montana dell'Olivo e, con le nuove disposizioni della Legge Regionale n° 24 del 4 luglio 2008, ha fatto parte fino al 2011 della Comunità montana dell'Olivo e Alta Valle Arroscia.
Tenuta della Prea. a Lucinasco, un mare di verde
Tel.: 01831890844
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